Sorrento, tra tangenti e cocktails: l’indecente normalità di chi fa finta di niente

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Dal silenzio deliberato  di esimi politici di lungo corso, di esponenti illusti della società civile, dai vertici di Federlaberghi ,alle dichiarazioni entusiastiche delle associazioni di categoria per il pieno stagionale, sembrerebbe che a Sorrento non sia successo assolutamente nulla

Sorrento – Un sindaco e un suo collaboratore  arrestati in flagranza per mazzette, un Comune sciolto e commissariato per infiltrazioni e opacità amministrative, un’indagine a tappeto sugli uffici comunali. Uno scenario inverosimile, se non fosse che tutto questo è realtà! E non in qualche oscuro paesino sperduto, ma in una delle località turistiche più celebrate al mondo.

Eppure, a giudicare dai sorrisi plastificati degli imprenditori locali, dai cocktail serviti nei bar alla moda e sui bagnasciuga, dalle dichiarazioni entusiastiche delle associazioni di categoria, sembrerebbe che a Sorrento non sia successo assolutamente nulla.

Anzi, stando alle parole dei vertici di  Federalberghi Campania e Penisola Sorrentina, “il ponte del 2 giugno è andato decisamente bene. Tutto esaurito negli alberghi, spiagge affollate, ristoranti e bar  pieni.  Turisti da ogni angolo del mondo godono del sole e del mare, ignari (o forse solo disinteressati) del fatto che la città che li ospita è retta, di fatto, da un Commissario Prefettizio, la dottoressa Rosalba Scialla, chiamata a fare luce su anni di gestione quantomeno opaca.

Ma la vera domanda è: dove sono i grandi  imprenditori del turismo? Dove sono i politici di lungo corso con passato in Parlamento? Dove sono le voci della “società civile” tanto rapida a battersi il petto quando si tratta di parlare di legalità e trasparenza? Dove sono Federalberghi e il suo presidente, così lesti a commentare l’arrivo dei turisti, ma così muti di fronte al terremoto giudiziario che ha travolto la città?

È un silenzio assordante, quello che proviene da albergatori, ristoratori, titolari di stabilimenti balneari e perfino da chi, in politica, ha contribuito a costruire il mito dell’ex sindaco Massimo Coppola, oggi agli arresti. Un silenzio che sa di complicità, o quanto meno di convenienza. Perché, si sa, quando il business gira, è meglio non alzare troppo la voce.

Non solo, le prime  iniziative del commissario Scialla, tra cui il tentativo di riportare ordine nel caos dell’occupazione di suolo pubblico da tempo sfuggito a qualsiasi controllo,  sembrano non scalfire piu di tanto chi con l’illegalità ha vissuto per anni e tratto profitto violando, con il contributo di una politica consensiente e dell’inerzia delle forze dell’ordine preposte, ogni tipo di regolamento urbanistico e commerciale. Come fosse una consuetudine consolidata.

Il paradosso è evidente: mentre lo Stato tenta, con ritardo, di riprendere in mano una situazione sfuggita al controllo, la città tira dritto come se niente fosse, anzi quasi infastidita da questa improvvisa ventata di legalità. Una schizofrenia collettiva che viene raccontata,con un certo stupore, rilevando come agli ospiti non interessi chi sia il sindaco, ma solo trovare una città ospitale. Vero. Ma agli imprenditori locali dovrebbe interessare eccome! Perché da loro, da chi fa impresa con licenze, concessioni e rapporti istituzionali, ci si aspetterebbe almeno una presa di posizione. Invece nulla! Tutto tace! Si brinda, si incassa, si prenota, si espande. E si aspetta il prossimo ponte. Ma per quella parte della comunità che, soffrendo, ancora crede nella legalità e nella giustizia la speranza rimane che , con il contributo della Commissario, si possa iniziare un nuovo percorso nel rispetto delle regole. Altrimenti il rischio è alto: una città che si abitua all’illegalità come fosse la normalità è una città che ha già perso la sua battaglia culturale e della civile convivenza. – 03 giugno 2025

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