Un’altra pedana abusiva spunta sulla spiaggia, solo ora arriva il sequestro. Ma il problema resta: se non è il privato cittadino ad esporsi nel denunciare si continuano a registrare controlli troppo tardivi e assenza di prevenzione reale.
META – Ennesimo sequestro, ennesimo caso di occupazione abusiva lungo le spiagge della Penisola Sorrentina. Stavolta è toccato a un’attività di ristorazione che aveva installato una pedana in legno su un tratto di spiaggia libera, trasformando metri preziosi di demanio marittimo in uno spazio privato attrezzato con tavoli e sedie, in piena stagione balneare.
L’intervento è stato eseguito dalla Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, sotto la direzione del comandante Andrea Pellegrino e del dipendente Ufficio Marittimo di Meta. Il sequestro è scattato in seguito ad accertamenti che hanno confermato l’assenza totale di autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico.
Il responsabile è stato deferito alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Ma al di là del provvedimento in sé, ciò che continua a colpire è la tempistica: si interviene sistematicamente a strutture già realizzate, quando i danni al paesaggio e alla fruizione pubblica sono ormai evidenti e, spesso, irreversibili almeno nel breve periodo.
Il copione è tristemente noto: si costruisce, si sfrutta commercialmente lo spazio pubblico, si incassa… e solo dopo – forse – arriva il sequestro. Un ciclo che pare giovare solo agli abusivi, mentre i cittadini, i bagnanti e l’ambiente restano gli unici a pagare il prezzo più alto.
Non si tratta di un caso isolato. Negli ultimi anni, le operazioni di sequestro si sono moltiplicate, ma sempre in ritardo. Manca una vera azione preventiva lungo le coste della Penisola, dove il controllo del territorio appare affidato più alla segnalazione dei cittadini o al clamore mediatico che a un presidio costante e capillare da parte delle autorità competenti.
Nel frattempo, la stagione estiva è cominciata e resta la sensazione che, ancora una volta, chi ha occupato illegalmente porzioni di litorale pubblico abbia già fatto il proprio guadagno. E mentre le pedane abusivamente installate vengono rimosse, rimane irrisolta la questione principale: ovvero di controllare prima che strutture illegali siano definitivamente realizzate e rese operative. – 20 giugno 2025