Sorrento svenduta: torna l’occupazione delle storiche scalinate di Marina Grande

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Una decisione che ha scatenato l’ennesima ondata di proteste da parte di cittadini e realtà locali impegnate nella tutela del patrimonio storico, artistico e culturale della città

Sorrento – Sembrava che la lunga battaglia civica avesse finalmente raggiunto un traguardo. Sembrava, dopo anche le giuste e rigide direttive della commissaria prefettizia circa l’occupazione di suolo pubblico, – che fosse giunta al capolinea anche  la scandalosa concessione lungo   uno dei simboli più suggestivi e identitari di Sorrento: le scalinate storiche di Marina Grande.

E invece, anche quest’anno, increduli e indignati, cittadini e associazioni si ritrovano spettatori impotenti diqualcosa di già vissuto, che sa tanto di beffa. Le scale che hanno incantato il mondo nel celebre film “Pane, amore e…” di Vittorio De Sica, rese immortali dalla bellezza senza tempo di Sofia Loren, tornano ad essere occupate da una struttura ricettiva privata. Sì, proprio lì, dove un tempo si godeva la vista aperta sul borgo marinaro, oggi si fa fatica perfino a passare.

Una decisione che ha scatenato l’ennesima ondata di proteste da parte di cittadini e realtà locali impegnate nella tutela del patrimonio storico, artistico e culturale della città. Tra le voci più nette quella di Francesco Gargiulo, portavoce del movimento civico “Conta anche Tu”, che denuncia con parole dure:

“Ancora una volta offesa la nostra storia. La scalinata tanto cara a Sofia Loren data in concessione. Vorrei ricordare a chi ha firmato questa concessione che il muretto che delimita la scala era anche un sostegno per le persone anziane che salivano o scendevano a Marina Grande, e un punto da dove si godeva la stupenda cartolina che offre il borgo marinaro. A chi dobbiamo dire grazie? Chiederemo chiarimenti a chi di dovere.”

Domande legittime che sembrano non trovare risposte. E i cittadini? Assistono disarmati a quella che molti definiscono una continua svendita del bene pubblico, nel silenzio (complice?) delle istituzioni. Ma in molti si pongono un ulteriore quesito: cosa resta oggi di quella Sorrento autentica, popolare, cinematografica e poetica? Resta la nostalgia r una quasi rassegnazione. La sensazione amara che, nella rincorsa al profitto e nel silenzio assordante delle istituzioni, stiamo perdendo pezzi della nostra identità. Concessi,  affittati, occupati… – 24 giugno 2025

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