Da un lato il meritatissimo riconoscimento de “La valle dei mulini” eletta dal FAI come “luogo del cuore” dall’altro il contrasto è impietoso, grazie ad amministrazioni comunali compiacenti, lo stravolgimento se non la distruzione del Vallone dei Mulini in Piazza Tasso.
Mentre a Gragnano si festeggia per celebrare un meritatissimo riconoscimento – la Valle dei Mulini è stata eletta “luogo del cuore” FAI, prima in Campania e decima a livello nazionale con quasi 25.000 voti, a pochi chilometri di distanza, a Sorrento, si consuma nel silenzio generale uno scempio che ha dell’incredibile: la distruzione sistematica del Vallone dei Mulini. Proprio quel Vallone, il canyon verde che si apre all’improvviso accanto a Piazza Tasso, icona fotografica e simbolo di una Sorrento che oggi sembra aver perso ogni contatto con la propria storia e il proprio paesaggio. – Il paradosso è lampante. Da una parte Gragnano, che attraverso il voto popolare e l’impegno del territorio riesce a valorizzare un sito storico ambientale risalente al Medioevo, dove per secoli si è prodotta farina e pasta sfruttando la forza del torrente Vernotico. Una valle lunga appena due chilometri, ma traboccante di identità, che ora entra nel circuito dei “luoghi del cuore” FAI. Dall’altra, Sorrento. Dove invece di tutelare, si consente la devastazione. Dove invece di valorizzare, si cancella. Dove il Vallone dei Mulini è stato lasciato marcire nell’incuria, fino a diventare bersaglio di interessi privati e silenzi istituzionali.
Una storia di complicità e cecità
La vicenda recente del Vallone sorrentino è tristemente nota: un privato cittadino, pochi giorni prima assessore ai lavori pubblici, acquista parte del sito, compresa l’area dove sorgeva il vecchio mulino. E qui comincia la demolizione della memoria.
Con il benestare (o la distrazione?) del Comune, si dà il via a dei lavori “di risanamento” che di risanante hanno ben poco: travi di cemento, murature rifatte, sagome alterate. Il mulino non è più riconoscibile. La sua struttura è stata modificata, la sua storia stravolta. Il tutto, senza che ci sia stato un controllo efficace da parte degli uffici comunali preposti circa le direttive imposte dalla soprintendenza, con Enti istituzionali come il Genio Civile e l’Autorità di Bacino completamente inerti di fronte al rischio idraulico e idrogeologico che quell’area comporta.
Una gestione amministrativa che definire “negligente” è fin troppo generoso. Complicità o incompetenza?, è la domanda che rimbalza tra gli ambientalisti e i cittadini indignati che contro tutto continuano a combattre una battaglia per salvare quello che resto di tale prestigioso luogo, anche se il danno è ormai fatto. E appare irreparabile. – Il Vallone dei Mulini di Sorrento, con la sua vegetazione lussureggiante, i suoi ruderi pieni di poesia, il suo silenzio carico di storia, non è più quello che la storia ci ha tramandato. È stato tradito. Non solo dal cemento, ma soprattutto dall’assenza di una visione, dalla mancanza di coraggio e responsabilità politica.
E mentre Gragnano celebra l’identità e la memoria, Sorrento cancella la propria. Un’amara ironia che ci racconta molto di questa terra, capace di esaltare le eccellenze altrui mentre lascia marcire le proprie. Quella del Vallone dei Mulini continua a rimanere una ferita aperta nonostante i proclami e le promesse tardive anche da parte dell’ultima amministrazione comunale. Il Vallone dei Mulini andava tutelato ieri, non pianto oggi. E ciò che rimane è una ferita aperta, non solo nel paesaggio ma nella credibilità delle istituzioni. In un Paese che ha fatto della bellezza il suo vanto, ciò che è accaduto a Sorrento dovrebbe continuare a fare rumore. Ma il rumore, come spesso accade in questi casi, si dissolve tra le chiacchiere, le colate di cemento e la distrazione generalizzata. Intanto a Gragnano la memoria e la storia si premiano , mentre a Sorrento, si cancellano. – 13 giugno 2025