Maxi sequestro a Castellammare e Pompei: colpo al clan D’Alessandro

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Sigilli a beni per milioni di euro, tra cui un ristorante sul lungomare. Il sequestro rappresenta una svolta significativa nelle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che hanno ricostruito l’ascesa e la riorganizzazione del noto clan camorristico, attivo a Castellammare e Pompei.

Un nuovo duro colpo alla criminalità organizzata nel cuore dell’area vesuviana. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, insieme alla compagnia di Castellammare di Stabia, hanno eseguito un maxi sequestro di beni riconducibili a 15 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Domino III”. Nel mirino: immobili, conti correnti, auto di lusso, aziende – tra cui società di scommesse – e un noto ristorante sul lungomare stabiese. Il sequestro rappresenta una svolta significativa nelle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che hanno ricostruito l’ascesa e la riorganizzazione di un noto clan camorristico, attivo a Castellammare e Pompei. Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale capeggiato, secondo gli inquirenti, dal boss Vincenzo D’Alessandro,  avrebbe investito proventi illeciti nel tessuto economico locale, consolidando così il proprio potere sul territorio.

Tra i beni sequestrati spicca il ristorante “Le Tre Caravelle”, affacciato sul lungomare di Castellammare. Il locale, secondo le indagini, sarebbe riconducibile ad una figura già nota alle cronache giudiziarie. Proprio qui, pochi mesi fa, si tenne una festa non autorizzata per celebrarne la scarcerazione dopo l’assoluzione da un’accusa di omicidio. La serata, con tanto di fuochi d’artificio e assembramenti, destò scalpore anche per la presenza passiva delle forze dell’ordine. L’operazione odierna rappresenta l’ultima fase di una lunga attività investigativa iniziata nel 2020. Le autorità ritengono che il clan si sia riorganizzato attorno a una nuova cupola operativa nel rione Scanzano, rinnovando la propria influenza attraverso una rete di attività lecite usate come copertura per il riciclaggio di denaro.

Con «Domino III», gli inquirenti non mirano solo a fermare l’attività criminale, ma anche a smantellare il potere economico del clan, vera leva del controllo sociale e territoriale. Il sequestro segue infatti i due precedenti filoni giudiziari – «Domino I» e «Domino II» – che già avevano colpito la struttura operativa del gruppo. Secondo le prime stime, il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a diversi milioni di euro, a conferma del radicamento economico del clan e della necessità di colpirne le fondamenta finanziarie per interromperne l’azione sul territorio. – 12 giugno 2025

Fonte: StabiaChannell.it
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