La fumata bianca sopra la Cappella Sistina è il primo segnale visibile di un evento che unisce milioni di persone nel mondo, credenti e non, attorno a un rito millenario.
Con l’annuncio solenne dalla Loggia delle Benedizioni – “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!” – si apre ufficialmente un nuovo pontificato. La fumata bianca sopra la Cappella Sistina è il primo segnale visibile di un evento che unisce milioni di persone nel mondo, credenti e non, attorno a un rito millenario.
Dietro quel breve affaccio del nuovo Papa, che da Giovanni Paolo II in poi ha sempre aggiunto un tocco personale alla benedizione iniziale, si cela una liturgia complessa e carica di significati. Dopo il raggiungimento della maggioranza dei due terzi – almeno 89 voti – uno dei cardinali chiede all’eletto se accetta la carica: “Acceptasne electionem…?” Se la risposta è sì, segue un’altra domanda storica: “Quo nomine vis vocari?” Da lì nasce il nuovo nome del Pontefice.
Il futuro Papa si ritira poi nella cosiddetta “stanza delle lacrime”, dove indossa la veste bianca, scelta tra tre taglie già pronte. Prima della sua uscita pubblica, riceve l’omaggio dei cardinali e si intona il Te Deum, che chiude il conclave.
La messa di inizio pontificato, che un tempo si chiamava “intronizzazione”, segna il vero avvio del ministero petrino. È in questa occasione che il nuovo Papa riceve pallio e anello del pescatore, simboli del suo ruolo. Alla celebrazione, tra le più solenni della Chiesa, partecipano capi di Stato e rappresentanti delle altre religioni. Si attende, come da tradizione recente, anche il primo giro in papamobile: l’incontro informale, ma profondamente simbolico, con il popolo.
Con l’annuncio solenne dalla Loggia delle Benedizioni – “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!” – si apre ufficialmente un nuovo pontificato. La fumata bianca sopra la Cappella Sistina è il primo segnale visibile di un evento che unisce milioni di persone nel mondo, credenti e non, attorno a un rito millenario.
Dietro quel breve affaccio del nuovo Papa, che da Giovanni Paolo II in poi ha sempre aggiunto un tocco personale alla benedizione iniziale, si cela una liturgia complessa e carica di significati. Dopo il raggiungimento della maggioranza dei due terzi – almeno 89 voti – uno dei cardinali chiede all’eletto se accetta la carica: “Acceptasne electionem…?” Se la risposta è sì, segue un’altra domanda storica: “Quo nomine vis vocari?” Da lì nasce il nuovo nome del Pontefice.
Il futuro Papa si ritira poi nella cosiddetta “stanza delle lacrime”, dove indossa la veste bianca, scelta tra tre taglie già pronte. Prima della sua uscita pubblica, riceve l’omaggio dei cardinali e si intona il Te Deum, che chiude il conclave.
La messa di inizio pontificato, che un tempo si chiamava “intronizzazione”, segna il vero avvio del ministero petrino. È in questa occasione che il nuovo Papa riceve pallio e anello del pescatore, simboli del suo ruolo. Alla celebrazione, tra le più solenni della Chiesa, partecipano capi di Stato e rappresentanti delle altre religioni. Si attende, come da tradizione recente, anche il primo giro in papamobile: l’incontro informale, ma profondamente simbolico, con il popolo. – 08 maggio 2025