Ci lascia Pippo Baudo, il re della televisione italiana

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Aveva 89 anni. Ha raccontato l’Italia per oltre sessant’anni, da Settevoci a  13 Sanremo e scoprendo decine di talenti.

Roma – Ci lascia Pippo Baudo, aveva 89 anni. Il famoso conduttore televisivo si è spento serenamente ieri a Roma, al Campus Biomedico, circondato dall’affetto dei suoi cari e con il conforto dei sacramenti. A darne notizia è l’ANSA, confermata dallo storico legale e amico fraterno, l’avvocato Giorgio Assumma. Con lui se ne va un pezzo importante della storia della televisione italiana. Pippo Baudo non è stato solo un conduttore: è stato il volto, la voce e l’anima della TV pubblica per oltre sessant’anni. Dai varietà del sabato sera alle maratone domenicali, passando per il palco più amato (e temuto) della musica italiana, quello dell’Ariston, che ha calcato ben 13 volte da conduttore.

Nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, Giuseppe Baudo, per tutti Pippo, è stato uno dei personaggi più longevi e influenti dello spettacolo italiano. Laureato in giurisprudenza, si trasferì a Roma per seguire il sogno dello spettacolo, debuttando per caso nel 1966 con Settevoci. Da lì, una carriera inarrestabile: Canzonissima, Domenica In, Fantastico, Serata d’onore, Novecento, Numero Uno – titoli che oggi evocano non solo un’epoca della televisione, ma una vera e propria cultura popolare nazionale. Era chiamato “Superpippo” per la sua inesauribile energia, il fiuto infallibile per i talenti (da Laura Pausini a Andrea Bocelli, da Lorella Cuccarini a Eros Ramazzotti) e la capacità di gestire con eleganza e rigore ogni palcoscenico.

Baudo detiene il record di conduzioni del Festival di Sanremo – tredici, al pari di Mike Bongiorno e Amadeus – segnando alcuni dei momenti più iconici del Festival della canzone italiana. Il suo amore per la musica, e in particolare per l’opera, era noto. Sognava di diventare direttore d’orchestra, ma trovò nella televisione il suo grande amore.Il suo Sanremo era spettacolo ma anche racconto dell’Italia, dei suoi cambiamenti, delle sue contraddizioni. Memorabile la sua conduzione dal 1992 al 1996: cinque edizioni consecutive che hanno segnato un’epoca. Pippo Baudo è stato anche molto più di un intrattenitore. Nei suoi programmi ha spesso dato spazio alla cultura, alla letteratura, al teatro, al cinema. Ha intervistato figure come Oriana Fallaci, Indro Montanelli, Alberto Moravia, Umberto Eco. Ha attraversato la storia contemporanea raccontando con equilibrio temi difficili e momenti delicati. Non si è mai sottratto al confronto con la realtà. Nel 1991, dopo un suo discorso contro la mafia in memoria del giudice Chinnici, la sua villa a Santa Tecla fu bersaglio di un attentato dinamitardo. Fortunatamente, quella notte era vuota.

Ci lascia un simbolo dell’Italia – Il cordoglio per la scomparsa di Pippo Baudo è unanime. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato la sua “professionalità, cultura, garbo e straordinaria capacità di interpretare i gusti e le aspettative degli italiani”. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scritto: “Ci lascia uno dei più grandi protagonisti della storia della televisione. Il suo volto e la sua voce hanno accompagnato intere generazioni”. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha sottolineato come Baudo “abbia saputo unire generazioni diverse, raccontando il Paese attraverso il linguaggio dell’intrattenimento”. – Oltre 150 programmi condotti, centinaia di artisti scoperti, milioni di italiani raggiunti con la sua voce pacata e inconfondibile. Pippo Baudo ha lasciato un’impronta indelebile sulla televisione italiana e, più in generale, sull’immaginario collettivo del nostro Paese. È stato festeggiato in Rai nel 2019 per i suoi 60 anni di carriera con una serata evento, Buon compleanno… Pippo, alla quale hanno partecipato colleghi, amici e talenti da lui scoperti. La sua ultima apparizione pubblica risale al compleanno di Pierfrancesco Pingitore: in sedia a rotelle, ma con il solito sorriso. – Con la sua scomparsa, si chiude una pagina irripetibile della televisione italiana. Ma il ricordo, e l’eredità, di Pippo Baudo vivranno ancora a lungo. Nella memoria collettiva, nelle immagini in bianco e nero e nei colori brillanti del varietà, nel cuore di chi, grazie a lui, ha imparato a sognare davanti a uno schermo.- 17 agosto 2025

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