Fuoco sul treno, vergogna sulla linea: l’ennesimo fallimento della Circumvesuviana. Proteste dei pendolari

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La situazione è da tempo fuori controllo, il rogo di ieri,rappresenta l’ennesima, intollerabile conferma di un fallimento sistemico. Servono dimissioni, commissariamenti, denunce pubbliche e, soprattutto, un cambio totale di rotta nella gestione di un servizio che non può più permettersi di fallire.

Sortrento – Un altro incendio, un altro treno della Circumvesuviana avvolto dalle fiamme, un altro pomeriggio di paura tra Napoli e Sorrento. E ancora una volta ci si chiede come sia possibile che, nel cuore di una delle aree a più alta vocazione turistica del Paese, il trasporto pubblico resti inchiodato a livelli da terzo mondo. Anzi, definirlo “scadente” è ormai un complimento.

La situazione è da tempo fuori controllo, ma il rogo di ieri  ,rappresenta l’ennesima, intollerabile conferma di un fallimento sistemico. Il servizio offerto da EAV (Ente Autonomo Volturno) è diventato un paradosso: mentre la dirigenza si vanta di bilanci in attivo, i treni prendono fuoco e i pendolari rischiano la vita. I pendolari e i viaggiatori hanno diffuso una nota  nella quale si evidenzia il forte malumore circa una gestione che definire fallimentare è usare un eufemismo.- Secondo coloro che protestano, non bastano i soldi, perché di quelli – a sentire la stessa azienda – ce ne sarebbero stati a sufficienza. Non bastano gli annunci, perché a ogni promessa di miglioramento segue puntualmente una nuova emergenza. Non bastano più nemmeno le scuse: serve un’azione concreta e immediata.  “Qui non ci sono miracoli da celebrare”, denunciano ancora i gruppi dei pendolari ormai inferociti “Siamo al cospetto di un fallimento colossale”. La Napoli-Sorrento dovrebbe essere una vetrina, il biglietto da visita della Campania verso il mondo. Invece è diventata una trappola viaggiante, un museo degli orrori su rotaia. I pendolari non usano mezzi termini. “Non vogliamo assistere o essere protagonisti di qualche tragico episodio”, si legge ancora nella nota diffusa poche ore dopo l’incendio. Sono stanchi, arrabbiati, esasperati. E non si tratta solo di chi ogni giorno si affida alla Circumvesuviana per andare a scuola o al lavoro, ma anche dei turisti che, ignari, salgono su quei treni senza sapere di giocarsi la sicurezza. Non è più il tempo degli appelli. È il tempo delle azioni. Servono dimissioni, commissariamenti, denunce pubbliche e, soprattutto, un cambio totale di rotta nella gestione di un servizio che non può più permettersi di fallire. A nulla servono i proclami su fondi, piani industriali o strategie aziendali. Chi ha gestito per dieci anni questa rete ha dimostrato di non essere in grado di garantire il minimo: la sicurezza. Intanto, come altre emergenze del territorio, come la sanità, si continua a registrare un silenzio quasi complice della politica mentre assidua sembra essere   l’attenzione  rivolta alle urne e alle prossime elezioni…- 22 luglio 2025

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