Aeroporto di Salerno: si aggiunge il “Cilento” al nome, ma restano le ombre a livello territoriale

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Tra celebrazioni, promesse e cifre positive, la politica sfila su una passerella già scritta. Ma  le infrastrutture restano in affanno. Se volare è importante, per una moltitudine indecifrabile di cittadini, restare con i piedi per terra e metterli su treni e strade decenti, lo è ancora di più

Salerno – L’aeroporto di Salerno cambia ancora nome e diventa ufficialmente “Aeroporto di Salerno – Costa d’Amalfi e del Cilento”. Un’aggiunta simbolica, celebrata con enfasi istituzionale da Gesac, Enac, rappresentanti del Governo e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Il tutto in un contesto di dati incoraggianti: 370.000 passeggeri in un anno e il traguardo atteso dei 50.000 a luglio.

Dietro la cerimonia, però, resta la sensazione di una passerella prevedibile. L’inserimento del “Cilento” appare come un atto dovuto più che rivoluzionario, destinato a rafforzare l’identità territoriale dello scalo. Ma è anche un’occasione politica, cavalcata con entusiasmo da chi, come De Luca, ne propone già ulteriori allungamenti: Vallo di Diano, Agro Sarnese-Nocerino… Una toponomastica espansa che sembra più adatta a un manifesto turistico che a un’insegna aeroportuale.

Nessuno nega il valore strategico dell’aeroporto per il turismo e l’economia del territorio. Le cifre lo confermano. Tuttavia, mentre si celebrano risultati attesi da anni, si fa fatica a ignorare le persistenti lacune che affliggono la regione: trasporti locali inefficienti, sanità in crisi, la Circumvesuviana in stato di degrado, solo per citare alcuni nodi irrisolti. – “Ben vengano gli investimenti e i successi dello scalo – osservano alcune voci critiche – ma è tempo che la politica dimostri la stessa concretezza anche su altri fronti, non solo quando i riflettori sono accesi.”

Nel frattempo, si annunciano nuovi investimenti: 160 milioni per completare le infrastrutture e prolungare la metropolitana fino a Battipaglia, forse un giorno fino a Eboli. Una sfida ambiziosa, che promette di rafforzare l’intermodalità e rilanciare il ruolo dello scalo a livello regionale. Intanto, si resta in attesa che le stesse attenzioni e risorse investite nell’aeroporto vengano finalmente dedicate anche a quelle reti locali che ogni giorno faticano a sostenere il peso della mobilità e dei diritti dei cittadini. Per una Regione ormai votata completamente al turismo,  volare è importante, ma per una moltitudine indecifrabile di cittadini, restare con i piedi per terra e metterli su treni e strade decenti,  lo è ancora di più! – 22 luglio 2025

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