Tra dossier diffamatori, accessi sospetti agli uffici comunali e silenzi istituzionali, l’inchiesta giudiziaria su Sorrento si intreccia con tre interrogazioni parlamentari che chiedono chiarezza su di un noto personaggio ben noto agli ambienti giudiziari e alla comunità locale; su anni di intimidazioni e abusi che avrebbero soffocato il dissenso e condizionato profondamente la macchina amministrativa.
Sorrento – Da oltre due mesi il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, si trova in carcere con l’accusa di corruzione, insieme al suo collaboratore di fiducia Francesco Di Maio. Un’inchiesta giudiziaria che continua ad allargarsi come una macchia d’olio: altri 16, tra dirigenti comunali, funzionari e imprenditori risultano oggi coinvolti in arresti, perquisizioni e iscrizioni nel registro degli indagati. Ma la vicenda che ha scosso la tranquillità apparente della costiera sorrentina potrebbe essere solo la punta di un iceberg ben più esteso. Una serie di episodi paralleli, a tratti inquietanti, sembrano incastrarsi in un mosaico che, secondo alcuni osservatori, potrebbe nascondere una strategia sistematica di controllo, intimidazione e repressione del dissenso.
Un “tritacarne mediatico” al servizio del potere? – Negli ultimi anni Sorrento è stata attraversata da un clima pesante, quasi di paura diffusa. Molti cittadini, amministratori, imprenditori,attivisti e persino esponenti delle forze dell’ordine, sono stati oggetto di campagne diffamatorie violente e sistematiche, condotte principalmente attraverso i social e spesso amplificati anche da una testata online non registrata secondo le norme di legge.
Dietro le campagne di fango che per anni hanno avvelenato il clima politico e sociale di Sorrento, si cela una figura ben nota agli ambienti giudiziari e alla comunità locale, spesso affiancato da un secondo individuo che curava i contenuti del sito. Le accuse pubblicate spaziavano da presunti abusi edilizi a insinuazioni su malaffare, senza contraddittorio né verifiche. Ma la vera anomalia non era tanto la violenza verbale, quanto l’accesso privilegiato di questo soggetto agli uffici del Comune, compreso quello del sindaco, dove pare si muovesse con una libertà che ai normali cittadini era negata. Un soggetto con una serie di precedenti penali, che vanno dalla diffamazione all’abuso edilizio, fino a sentenze passate in giudicato per aggressione. Il suo nome ricorre più volte negli atti depositati presso il Tribunale di Torre Annunziata, dove , a seguito di innumerevoli denunce,risulta attualmente coinvolto in diversi procedimenti penali in corso. – Secondo più fonti, il soggetto in questione sarebbe stato informato in anticipo su atti riservati, controlli e procedimenti amministrativi. In molti, col tempo, hanno maturato il sospetto che l’azione diffamatoria fosse strumentalizzata per colpire avversari politici, funzionari “non allineati” o imprenditori “scomodi”.
L’effetto: controlli a tappeto, terrore psicologico e denunce a senso unico – Le accuse diffuse attraverso i social spesso portavano, nel giro di pochi giorni, a controlli incrociati da parte della Polizia Municipale, dell’Ufficio Tecnico e altre autorità. Non di rado questi controlli avvenivano in forma estesa e quasi punitiva, su abitazioni private e attività economiche, come se il sistema istituzionale agisse di riflesso alle campagne mediatiche. Tra le “vittime illustri” anche il vicecomandante della Polizia Municipale, Carmine Bucciero, che ha avuto il coraggio di denunciare il soggetto responsabile delle diffamazioni nei suoi confronti. Tuttavia, nel successivo processo, il Comune di Sorrento non si è costituito parte civile, scelta inspiegabile che ha sollevato forti interrogativi. Né il sindaco, né la comandante della Polizia Municipale hanno preso pubblicamente posizione.
Il caso arriva in Parlamento: tre interrogazioni, tante domande – Di fronte all’inerzia istituzionale, è stata la società civile a mobilitarsi coinvolgendo esponenti del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra , portando il caso direttamente in Parlamento –
Tre le interrogazioni parlamentari presentate tra marzo e maggio 2025: la prima (4/05044), a firma di Sergio Costa (M5S), chiede spiegazioni sulla mancata costituzione di parte civile del Comune e solleva dubbi sul possibile condizionamento dell’amministrazione comunale da parte del soggetto imputato. La mancata costituzione di parte civile del Comune di Sorrento in un processo per diffamazione da lui subito,per i parlamentari, rappresenta un segnale grave di complicità o, quantomeno, di anomalo silenzio istituzionale. – La seconda (4/04538), a firma del deputato Francesco Emilio Borrelli (AVS) , denuncia l’uso della testata per attacchi personali contro attivisti e amministratori locali, chiedendo controlli sulla sua legalità e sul rispetto della legge n. 47/1948 sulla stampa. – La terza (4/04539), sempre a firma di Borrelli, evidenzia il possibile utilizzo coordinato di testata e “associazione legalitaria”, per influenzare l’azione amministrativa e intimidire dissidenti e critici. Invocando provvedimenti da parte del Ministero dell’Interno.
In sintesi, le interrogazioni parlamentari presentate dai deputati Sergio Costa e Francesco Emilio Borrelli citano esplicitamente questo personaggio, sottolineando come il suo comportamento abbia determinato una pericolosa distorsione dell’attività amministrativa, condizionando anche decisioni e controlli sul territorio.
– Ora che la Magistratura ha acceso i riflettori sulle dinamiche corruttive all’interno del palazzo comunale, c’è chi invoca l’estensione delle indagini anche su questo versante oscuro. I punti di contatto tra la gestione del potere, l’uso strumentale dei media e la pressione esercitata su funzionari e cittadini potrebbero rappresentare un ulteriore tassello nel sistema di controllo illecito che ha soffocato la città. La domanda resta aperta: quanti altri episodi sono stati insabbiati, manipolati o occultati in questi anni? E soprattutto, chi ha davvero tratto vantaggio dal clima di intimidazione che ha paralizzato il dibattito democratico nella città del Tasso? Con il prosieguo delle indagini e l’allargamento del fascicolo principale, ci si interroga se anche questo personaggio finirà presto al centro dell’inchiesta giudiziaria principale che ha già travolto l’amministrazione comunale. Il suo ruolo, mai chiarito fino in fondo, potrebbe rivelarsi uno dei nodi strategici del presunto “Sistema Sorrento”. La Città e la comunità sorrentina, oggi più che mai, meritano risposte e verità. – 20 luglio 2025