Nelle ultime ore, il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, su mandato del Gip del Tribunale oplontino e su richiesta della Procura della Repubblica, sta eseguendo 16 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti di primo piano dell’amministrazione comunale sorrentina e di alcuni imprenditori del territorio.
Sorrento – Ancora un colpo di scena nella “calda estate”sorrentina, un nuovo, pesantissimo capitolo si apre nell’inchiesta che ha già portato all’arresto in flagranza del sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, lo scorso 21 maggio. Nelle ultime ore, il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, su mandato del Gip del Tribunale oplontino e su richiesta della Procura della Repubblica, sta eseguendo 16 ordinanze di custodia cautelare, tra carcere e arresti domiciliari, nei confronti di esponenti di primo piano dell’amministrazione comunale sorrentina e di alcuni imprenditori del territorio.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di corruzione, peculato e turbata libertà degli incanti in relazione a una serie di appalti pubblici banditi dal Comune tra il 2022 e il 2024. Tra questi, secondo alcune fonti, figurano importanti interventi legati alla manutenzione urbana, al settore turistico e alla gestione dei rifiuti. Mentre, secondo quanto reso noto dalla Procura di Torre Annunziata, le indagini hanno fatto emergere un presunto sistema strutturato di malaffare, in cui funzionari comunali e dirigenti avrebbero pilotato gare d’appalto in cambio di mazzette, favoritismi e incarichi sottobanco. A capo di questo meccanismo, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato proprio l’ex sindaco Massimo Coppola, già arrestato in flagranza per aver ricevuto una tangente da un imprenditore del posto e secondo alcune fonti arrestato per la seconda volta. Proprio l’arresto avvenuto il 21 maggio scorso ha fatto da detonatore all’indagine, consentendo agli inquirenti di approfondire numerose anomalie riscontrate nella gestione degli appalti pubblici.
Tra i destinatari delle misure cautelari figurerebbero: ex dirigenti e funzionari del Comune di Sorrento, alcuni ancora in servizio all’epoca dei fatti contestati;imprenditori locali operanti nel settore edile e nei servizi pubblici;professionisti che avrebbero avuto il ruolo di mediatori tra l’amministrazione e le imprese. Gli episodi contestati coprono un arco temporale di circa due anni, durante i quali, secondo l’accusa, la pubblica amministrazione sarebbe stata “asservita” a interessi privati, in violazione dei più basilari principi di legalità e trasparenza. La notizia degli arresti ha scosso ulteriormente la comunità locale, già provata dallo scandalo scoppiato con l’arresto del sindaco. La Procura ha fatto sapere che le indagini proseguono, e non si esclude che ulteriori sviluppi possano emergere nei prossimi giorni. Nel frattempo, gli inquirenti stanno procedendo anche all’esame di documentazione contabile e amministrativa sequestrata in municipio e presso le sedi delle aziende coinvolte.
Un colpo all’immagine della città – Il caso giudiziario rappresenta un duro colpo per Sorrento, una delle mete turistiche più rinomate d’Italia, da sempre considerata un modello di efficienza amministrativa. L’inchiesta mina la fiducia nelle istituzioni locali e apre una riflessione profonda sulla necessità di garantire maggiore trasparenza nella gestione della cosa pubblica, specie in territori ad alta vocazione economica e turistica come la costiera sorrentina. – 15 luglio 2025