Sorrento, stretta sull’occupazione abusiva di suolo pubblico. Ma persitono zone d’ombra alla base del Municipio

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Sollevati dubbi circa l’occupazione di suolo pubblico in prossimità del Palazzo municipale e la Basilica di Sant’Antonino in quanto, soggetta a limiti di distanza (D.L. 83/2014, L. 106/2014) e richiede autorizzazione paesaggistica o nulla osta della Soprintendenza (art. 52, D.lgs. 42/2004).

Sorrento – È bastato poco alla Commissaria prefettizia Rosalba Scialla, insediatasi da poche settimane a seguito dell’arresto per corruzione del sindaco Massimo Coppola, per imprimere una svolta decisa all’amministrazione cittadina. Legalità e trasparenza sono i due capisaldi dell’azione commissariale, che ha già iniziato a manifestarsi con interventi concreti e visibili. Tra questi, spicca la lotta all’occupazione abusiva del suolo pubblico, fenomeno degenerato negli ultimi anni fino a compromettere la vivibilità e il decoro urbano della città.

Nel giro di pochi giorni, le pattuglie della Polizia Municipale hanno battuto il territorio, dal Corso Italia ai vicoli del Centro storico, intervenendo con sanzioni e chiusure temporanee nei confronti di diversi esercizi commerciali sorpresi a occupare porzioni di suolo pubblico evidentemente senza autorizzazione. Un centro storico che, in questi giorni,   sta conoscendo un’inedita fase di “bonifica” dal disordine e dalla tolleranza eccessiva che per anni ha permesso a molti esercenti di allargarsi ben oltre i limiti concessi. Una svolta che ha suscitato l’approvazione di molti cittadini. Soprattutto di quella parte della comunità da sempre attenta al rispetto delle regole e che da tempo chiedeva un ritorno all’ordine. I social si sono riempiti di commenti positivi: c’è chi parla di “rinascita della città”, chi ringrazia finalmente per un’azione concreta che ha dato nuova linfa alla speranza di una Sorrento più ordinata, più equa, più “normale”.

Tuttavia proprio dai social, in attesa di sicuri chiarimenti in merito, qualche critica trapela circa il metodo nell’individuare potenziali illegalità. Proprio in queste ore le cronache cittadine riportano della chiusura, come misura accessoria all’occupazione illegittima di suolo pubblico, di una modesta attività di ristorazione decentrata. Nel frattempo però si fa notare che nella centrale Piazza Sant’Antonino, sede del Municipio, note attività di ristorazione che evidenziano anche strutture alquanto discutibili dal punto di vista urbanistico, continuano ad occupare ampie  porzioni di suolo pubblico. Una occupazione  apparentemente incontrastata con strutture modificate , pedane, coperture permanenti – tutto a due passi da edifici storici come il palazzo sede del Comune e la Basiclica del Santo Patrono, un’area pertanto sottoposta a vincoli storici – paesaggistici  Inoltre,come messo anche in evidenzato da alcuni post, una storica stradina caratterizzata da una suggestiva scalinata che conduce al porto, il cui percorso inizia   proprio tra l’ingresso dello storico Palazzo municipale e la Basilica del Santo Patrono, da anni è stata trasformata in una vera e propria pertinenza di un’altra importante attività di ristorazione. Visto l’ampiezza dell’occupazione di quasi tutta la stradina, molti i dubbi sorti circa la legittimità di una tale singolare autorizzazione.  Un’occupazione silenziosa che potrebbe rivelarsi, tollerata, mai sanzionata. Forse con il supporto della politica, quasi protetta da un’invisibile zona grigia fatta di silenzi, omissioni e, forse, connivenze?

Non si tratta solo di questioni regolamentari. Oltre all’applicazione del  Decreto Legge n. 83 del 31/05/2014 convertito con modificazioni della Legge n. 106 del 29/07/2014. La quale prevede  opportune distanze delle occupazioni di suolo pubblico dai siti storici-culturali, secondo il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 42/2004, art. 52), ogni occupazione in prossimità di edifici storici o monumenti vincolati – come nel caso del Palazzo Municipale e della Basilica di Sant’Antonino – dovrebbe essere subordinata al rilascio di un’Autorizzazione Paesaggistica o di un Nulla Osta della Soprintendenza. Ci si chiede quindi se determinate richieste di occupazione di suolo pubblico siano state valutate per poi essere rilasciate per davvero, e pertanto  permettere, a qualche privilegiato, di trasformare una storica stradina che attraversa un luogo di alto valore storico e culturale, – in un’estensione privata della propria attività commerciale.  Non solo, di fronte ad una potenziale illegittimità, a questo punto la domanda è inevitabile:  semmai, dove sono stati in tutti questi anni , sindaco,dirigenti comunali, consiglieri, assessori, Comando di Polizia Municipale? Possibile che nessuno abbia mai notato – o voluto notare – queste anomalie che, a tutti gli effetti, potrebbero configurarsi come gravi violazioni? Mentre la scure della legalità nell’applicare norme e regolamenti spesso si è abbattuta su situazioni irrisorie, risulterebbe  inaccettabile che in tutti questi anni, nessuno dal Palazzo si sia mai accorto di quelli che, a qualche metro di distanza, potenzialmente potevano rappresentare dei gravi illeciti. Chiaramente, anche per tale questioni si aspettano le iniziative ed eventuali chiarimenti da parte della Commissaria Prefettizia. Il sospetto  tuttavia rimane  che per troppo tempo si sia chiuso un occhio, forse anche due, su certe “concessioni facili”, a fronte di una rigidità esasperata su situazioni ben meno impattanti.

È proprio da questa dissonanza che emerge il malcontento di una cittadinanza onesta, ma  stanca di doppi standard e di legalità a due velocità. Ora che la dottoressa Scialla che ha già ampiamente dimostrato fermezza e coraggio nel riscrivere le regole del gioco, l’auspicio è che l’azione di pulizia e trasparenza si estenda a tutti, anche a quelle aree dove, da troppo tempo, l’illegalità si è mimetizzata con l’abitudine.  – 15 giugno 2025

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