Overtourism, Manfredi chiede una legge nazionale, “la vita dei residenti va tutelata”

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Il sindaco di Napoli e presidente Anci, chiede interventi urgenti per tutelare le città travolte dal turismo di massa. Nel frattempo, potrebbe tornare utile applicare con costanza e rigore norme e regolamenti gia esistenti

Napoli – Una legge nazionale contro l’overtourism. È questa la proposta avanzata dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, durante la seconda Conferenza Unesco sui beni culturali in corso nel capoluogo partenopeo. Un appello accorato che punta i riflettori su un fenomeno che, se da un lato continua a portare ricchezza e visibilità alle città italiane, dall’altro rischia di svuotarle della loro anima: quella dei residenti. “”Non possiamo più aspettare, altrimenti questi processi diventano irreversibili”, ha dichiarato Manfredi – “Serve una legge che ci dia strumenti concreti per regolare i flussi turistici, conciliando l’iniziativa imprenditoriale con la tutela dei territori e della vita quotidiana”. Come anche presidente dell’ANCI, l’associazione che riunisce i sindaci italiani, Manfredi ha sottolineato che la richiesta arriva da molte città, non solo grandi metropoli ma anche centri turistici più piccoli, da tempo messi sotto pressione dal turismo di massa. Quella di Manfredi non è solo una richiesta politica, ma un grido d’allarme che fotografa bene il disagio crescente di chi, nei centri storici o nelle località turistiche, non riesce più a vivere serenamente. Strade intasate, affitti alle stelle, servizi pubblici sotto pressione e una percezione di estraneità che cresce nei residenti, sempre più spettatori marginali delle loro stesse città.

Eppure, mentre si discute di nuove leggi, c’è chi fa notare che basterebbe far applicare quelle già esistenti. Il caso di Sorrento è emblematico: una perla del turismo campano che, più che di nuove norme, avrebbe bisogno di un’applicazione rigorosa di quelle in vigore. Controlli e rigore sul rispetto delle regole nel concedere nuove autorizzazioni; vigilanza costante sull’occupazione del suolo pubblico, la tutela del demanio marittimo, gestione del traffico e della viabilità, contenere e controllare le cause che provocano le varie forme di inquinamento, etc… tutto già previsto, almeno sulla carta.

E invece, troppo spesso, si assiste a un lassismo generalizzato, alimentato – secondo molti osservatori – da un calcolo elettorale: evitare misure impopolari che potrebbero scontentare categorie considerate “strategiche” dal punto di vista del consenso. Così si preferisce chiudere un occhio – o entrambi – davanti alla confusione imperante. Una legge nazionale potrebbe rappresentare un punto di svolta, ma senza la volontà concreta – a tutti i livelli – di applicare regole, sanzionare gli abusi e anteporre il bene comune al tornaconto elettorale, si rischia l’ennesimo provvedimento vuoto.

Pertanto, è necessario che le amministrazioni locali mostrino finalmente quel coraggio politico che, fino ad oggi, è sembrato mancare. Le leggi servono, sì. Ma prima ancora servono la volontà e la determinazione per farle rispettare. – 05 giugno 2025

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