Appalti a Sorrento:il Gip, sistema e modalità criminali collaudate

Facebook
WhatsApp
Telegram
X
Threads
LinkedIn

Dopo l’interrogatorio di garanzia , si fa ancora più pesante l’ombra che incombe su Massimo Coppola, sindaco di Sorrento, arrestato con l’accusa di aver orchestrato un vero e proprio sistema di corruzione. Ma, nonostante la gravità delle accuse, in città c’è ancora chi lo difende.

Sorrento – “Il sistema fraudolento escogitato dal Di Maio e dal Coppola”, scrive il Gip nell’ordinanza, “appariva rappresentativo di modalità criminali collaudate, evocative per entrambi di una personalità spregiudicata ed avvezza alla realizzazione di gravi reati contro la pubblica amministrazione, abusando dei poteri inerenti alla pubblica funzione esercitata dal primo cittadino”. Parole durissime, quelle utilizzate dal Gip di Torre Annunziata, Emanuela Cozzitorto, nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto del sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, e del suo braccio destro, Francesco Di Maio.

L’indagine, che ruota attorno a un presunto giro di tangenti legato agli appalti pubblici – in particolare quello per la refezione scolastica ecologica 2023–2026 – ha scoperchiato un meccanismo oliato, in cui la corruzione sembrava essere la regola, non l’eccezione. A squarciare il velo dell’omertà è stato un imprenditore locale, inizialmente parte del sistema, che ha deciso di collaborare con gli inquirenti dopo essere stato schiacciato dal peso delle richieste illecite e da una situazione economica sempre più compromessa. Ma che nei mesi scorsi ha deciso di rivelare agli investigatori il meccanismo perverso, in cui chi non pagava era fuori e al cui vertice, per la Guardia di Finanza e la Procura di Torre Annunziata, ci sarebbero il sindaco e il suo collaboratore.

Durante l’interrogatorio dell’altro giorno,lo stesso imprenditore, avrebbe fornito delle conferme a Giudice e inquirenti.  “Io già gestivo all’epoca quell’asilo nido e sapevo per certo, e Di Maio mi diede la conferma, che se non avessi pagato una mazzetta al sindaco non avrei vinto la gara”, dichiarò l’imprenditore nel corso di uno degli interrogatori sostenuti nei mesi scorsi dove fa chiari riferimenti alle richieste che gli sono state rivolte (“l’attuale sindaco di Sorrento Coppola Massimo mi chiese 50mila euro per ottenere l’aggiudicazione per la gestione del asilo nido Benzoni”). L’uomo fa anche riferimento alle pressioni ricevute da Di Maio per conto del primo cittadino, che gli aveva fatto chiaramente capire quanto fosse “necessario sostenere il sindaco economicamente per ottenere degli appalti pubblici”. In totale, in tre anni, si sarebbero incontrati una decina di volte, ha rivelato, sempre per consegnare denaro. In tre occasioni, inoltre, racconta ancora l’imprenditore, dopo avere sospeso i pagamenti, il sindaco di Sorrento, innervosito, si sarebbe recato nella sua abitazione; in una di queste si era anche lamentato del fatto che il suo collaboratore intascasse il 30% delle tangenti, che in parte venivano versate prima dell’assegnazione dell’appalto mentre il saldo era corrisposto dopo a rate.

Le modalità con le quali venivano versate le presunte tangenti erano quasi sempre le stesse. A ricevere i soldi era prevalentemente Di Maio ma anche il sindaco, in più di un’occasione, secondo l’accusa, avrebbe intascato il denaro di persona. Si davano appuntamento in un ristorante; lui si recava in bagno dove lasciava una busta con il denaro, poi entrava Di Maio che se la prendeva e la metteva nello zaino.  La sospensione dei pagamenti, dice, oltre che ai problemi economici che l’affliggevano, sarebbe legata anche al sequestro, ai danni del sindaco, di 15mila euro in contanti, che gli ha fatto fortemente temere di essere anche lui nel mirino dei finanzieri.

Un racconto agghiacciante: buste piene di contanti lasciate nei bagni dei ristoranti, richieste esplicite di denaro in cambio di appalti pubblici, visite del sindaco a casa per lamentarsi di “ritardi nei pagamenti”, e addirittura rassicurazioni sull’inosservanza dei requisiti qualitativi del servizio, anche quando in gioco c’era la salute dei bambini. – Nel caso della refezione scolastica, il bando di gara prevedeva il rispetto di alcuni standard di qualità che però avrebbero reso oneroso per l’imprenditore sostenerne i costi. La circostanza l’ha indotto a lamentarsi con il sindaco il quale però, secondo le informazioni fornite, l’avrebbe invece rassicurato, dicendo che all’atto pratico avrebbe potuto anche non rispettarli, mostrando così di non tenere in alcun conto il fatto che quel cibo era destinato a dei bambini.

Sorrento una città ferita (ma non troppo)

Ma la parte più inquietante di questa vicenda non è solo nei fatti contestati, quanto nelle reazioni – o nella loro assenza – all’interno della città. A Sorrento,gran parte dell’imprenditoria turistica e  una parte significativa della popolazione continua ostinatamente a spalleggiare il sindaco, quasi ignorando le accuse gravissime che lo hanno travolto. Un sostegno che appare tutt’altro che disinteressato: secondo molti, si tratta di quella fascia di cittadini che, negli anni, ha ricevuto benefici, favori, concessioni – e che ora, forse per paura o per riconoscenza, si rifiuta di prendere le distanze.

Un patto tacito, quello tra potere e cittadinanza complice, che offende chi invece in questi anni ha subito esclusioni, soprusi o semplicemente ha creduto in un’amministrazione trasparente e giusta.

Un’informazione al servizio dell’amministrazione comunale

A rendere il quadro ancora più fosco è l’atteggiamento della stampa locale. Da sempre vicina ai vertici dell’amministrazione, anche oggi – di fronte a un’inchiesta che parla il linguaggio inequivocabile della corruzione sistemica – si limita a riportare i fatti senza approfondire, senza porre domande scomode, senza scavare.

L’assenza di un’informazione libera e indipendente ha contribuito negli anni a costruire quella zona grigia in cui il potere ha potuto agire indisturbato. E anche ora, mentre le carte giudiziarie parlano di un sistema consolidato di tangenti, favoritismi e disprezzo per la legalità, il silenzio continua ad avvolgere tutto. La speranza – che si fa sempre più flebile – è che questa vicenda rappresenti un punto di svolta. Che l’arresto del sindaco e le parole del gip Cozzitorto sveglino le coscienze. Che la città, finalmente, trovi il coraggio di guardare in faccia la verità, anche quando fa male. Che le future amministrazioni imparino che il consenso non si compra con i favori, ma si costruisce con la trasparenza.

Sorrento merita di più. Ma spetta ai suoi cittadini decidere se continuare a voltarsi dall’altra parte o pretendere – una volta per tutte – la fine di un sistema malato. – 25 maggio 2025

Fonte: Ansa – foto di repertorio
Facebook
WhatsApp
Telegram
X
Threads
LinkedIn
Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments

Accessibility Toolbar

0
Would love your thoughts, please comment.x