Dai Quartieri Spagnoli a Scampia, da Piazza Carità al Lungomare Caracciolo, ogni angolo della città ha partecipato all’abbraccio collettivo. Una gioia incontenibile ha unito interi quartieri, intere famiglie, generazioni diverse
Napoli – Fuochi d’artificio, cori, bandiere, caroselli e un mare azzurro che ha invaso ogni angolo della città: Napoli è esplosa in una festa collettiva per celebrare il quarto scudetto della sua storia. Il Napoli di Antonio Conte ha riportato il tricolore sotto il Vesuvio, a soli tre anni dall’ultimo trionfo, cancellando in un colpo solo le delusioni della passata stagione. L’aplomb quasi sacrale che aveva accompagnato i giorni dell’attesa è svanito al fischio finale: la città si è trasformata in una bolgia di felicità. Cortei a piedi tra cori e fumogeni nelle zone pedonalizzate, clacson e caroselli infiniti nelle vie percorribili. Le forze dell’ordine hanno presidiato le aree sensibili, mentre l’entusiasmo travolgeva tutto e tutti.
Una marea azzurra
Tutto è partito dallo Stadio Diego Armando Maradona, gremito da oltre 55 mila fortunati, mentre altri centinaia di migliaia seguivano il match dai 56 maxischermi allestiti tra Napoli e provincia. In piazza del Plebiscito, cuore pulsante della festa, migliaia si sono radunati sin dal mattino, pronti a vivere – e condividere – un momento storico. Ma la festa non ha avuto confini: dai Quartieri Spagnoli a Scampia, da Piazza Carità al Lungomare Caracciolo – dove lunedì sfilerà il bus scoperto con la squadra – ogni angolo della città ha partecipato all’abbraccio collettivo. Una gioia incontenibile ha unito interi quartieri, intere famiglie, generazioni diverse. Nei Quartieri Spagnoli, davanti al celebre murale dedicato a Diego, camminare è stato impossibile: un tappeto umano ha omaggiato ancora una volta il “Dio del calcio”, visto da molti come custode silenzioso di questo nuovo trionfo. “Ci ha tolto gli schiaffi dalla faccia”, si sente dire da più parti, riferendosi alla lunga egemonia delle squadre del Nord. È anche il trionfo dell’orgoglio partenopeo. Tra i festeggiamenti, tantissimi turisti stranieri, sbalorditi dall’intensità e dalla passione di una città che vive il calcio come parte essenziale della propria identità.
La gioia ha toccato ogni luogo, anche i più inaspettati: nei bar, nei centri scommesse, nelle case, dove per un’ora e mezza l’unico suono era la voce dei telecronisti. Poi, come per magia, balconi e finestre si sono riempiti di bandiere e striscioni. Una regia spontanea, perfetta. All’ospedale Cardarelli, l’azzurro ha illuminato la notte. Un azzurro che, almeno per una sera, ha significato speranza. E che ora è realtà. – 24 maggio 2025