Durante l’interrogatorio di convalida che si è svolto stamane presso il Tribunale di Torre Annunziata, Di Maio ha scelto di collaborare con la Magistratura. L’interrogatorio, durato circa tre ore, ha portato alla luce nuovi particolari e ha aperto la strada a ulteriori sviluppi investigativi
Sorrento – “Quella era una tangente.” Con queste parole, Francesco Di Maio, collaboratore del sindaco di Sorrento Massimo Coppola e fondatore del settimanale locale Agorà, ha confermato dinanzi al Gip Emanuela Cozzitorto quanto già ipotizzato dagli inquirenti: i seimila euro consegnati in un ristorante della collina sorrentina erano una mazzetta.
Durante l’interrogatorio di convalida che si è svolto stamane presso il Tribunale di Torre Annunziata, Di Maio – arrestato nei giorni scorsi assieme al primo cittadino – ha scelto di collaborare con la Magistratura. L’interrogatorio, durato circa tre ore, ha portato alla luce nuovi particolari e ha aperto la strada a ulteriori sviluppi investigativi.
Come riportato in un articolo a firma di Vincenzo Iurillo, sulle pagime de “Il Fatto quotidiano”, secondo quanto riferito al Gip e ai Pm Giuliano Schioppi e Matteo De Micheli, l’accordo corruttivo prevedeva il pagamento di 24mila euro in più tranche. Quella sera, però, l’imprenditore Michele De Angelis, titolare della cooperativa Prisma e gestore del servizio di refezione scolastica, si era presentato con soli seimila euro, dichiarando di non poter versare di più in quel momento.
Ma De Angelis non era solo: aveva già contattato le forze dell’ordine. Quelle banconote, infatti, erano “tracciate”, fotocopiate in precedenza dagli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal Maggiore Francesco Tartaglione e dal Colonnello Gennaro Pino. Al ristorante, trasformato per l’occasione in un set investigativo, erano state installate cimici e microcamere persino nei bagni. Ogni parola è stata registrata.
“De Angelis voleva uscire da quel sistema, liberarsi di un peso”, raccontano fonti investigative citate da Il Fatto Quotidiano, che per primo ha riportato la notizia. Il “Sistema Sorrento”, come ormai lo definiscono gli inquirenti, ruoterebbe attorno a un presunto meccanismo corruttivo fondato sulla spartizione degli appalti pubblici e sulla fedeltà dei funzionari comunali.
Di Maio, assistito dall’avvocato Alessandro Orsi, ha raccontato che dei seimila euro ricevuti, 1.500 se li sarebbe trattenuti lui stesso. Ha anche aggiunto che il bando per la refezione scolastica fu redatto da una dirigente comunale – attualmente indagata – su indicazioni precise del sindaco, per agevolare l’offerta di De Angelis.
Nel suo racconto, Di Maio ha parlato anche di funzionari comunali “proni” alla volontà di Coppola e di episodi appresi per sentito dire, che ora dovranno essere accuratamente verificati dagli inquirenti. – La difesa ha chiesto l’attenuazione della misura cautelare, proponendo i domiciliari con braccialetto elettronico. Ma la Procura si è opposta. Il giudice deciderà nelle prossime ore. – Intanto, Sorrento si risveglia ancora una volta sotto il peso di un’inchiesta che scuote i vertici dell’amministrazione comunale e mette in discussione il rapporto tra politica e affari nel cuore della Costiera. – 23 maggio 2025