I due arrestati negano le accuse sostenendo che si trattasse di un prestito personale e non di una mazzetta illecita
Stamattina il sindaco di Sorrento Massimo Coppola e il suo stretto collaboratore Francesco Di Maio, detenuti nel carcere di Poggioreale, compariranno davanti al Gip di Torre Annunziata. Al termine degli interrogatori il Gip, dott.ssa Emanuela Cozzitorto, valuterà eventuali misure cautelari nei confronti di entrambi, tenendo conto delle esigenze probatorie e del pericolo di inquinamento delle prove.
L’inchiesta – Contestualmente, gli investigatori continueranno ad acquisire documenti e appunti relativi alle gare contestate, con l’obiettivo di mappare l’intero sistema di presunte “tangenti incrociate” che avrebbe coinvolto amministratori pubblici e imprenditori. Si ricorda che sia il sindaco Coppola che il suo collaboratore Di Maio, sono stati arrestati in flagranza di reato la sera del 20 maggio scorso dalla Guardia di Finanza, che li ha sorpresi in un ristorante mentre, secondo l’accusa, stavano ricevendo una mazzetta da 6.000 euro da un imprenditore locale. La somma,secondo gli inquirenti, rappresentava una tangente versata da un imprenditore in cambio della garanzia di veder aggiudicarsi un appalto per la manutenzione di aree pubbliche. Gli agenti – dopo aver documentato lo scambio – hanno proceduto all’arresto in flagranza per il reato di corruzione. L’inchiesta, coordinata dal Procuratore della Repubblica Nunzio Fragliasso, punta inoltre a far luce su possibili irregolarità nell’assegnazione di alcuni appalti pubblici nel territorio di Sorrento. Oltre al sindaco e al suo collaboratore, sono indagate altre venti persone, tra funzionari comunali, tecnici e rappresentanti di imprese coinvolte nelle gare di appalto. L’obiettivo degli inquirenti è ricostruire l’eventuale rete di favoritismi e tangenti che avrebbe garantito a determinate ditte l’aggiudicazione di lavori pubblici, dal restauro di siti di interesse storico-artistico alla manutenzione della rete fognaria.
Le dichiarazioni – Nel corso delle prime dichiarazioni rese al momento dell’arresto, sia il sindaco Coppola che Di Maio hanno negato con fermezza ogni addebito, sostenendo che si trattasse di un prestito personale e non di una mazzetta illecita. I legali dei due imputati hanno già annunciato una linea difensiva improntata all’assenza di qualsiasi movente corruttivo: “Quel denaro – hanno dichiarato – non ha mai avuto alcuna connessione con procedure d’appalto né con decisioni politiche dell’amministrazione”.
Le reazioni politiche e istituzionali
Sul fronte politico, il Partito Democratico locale ha chiesto al sindaco di astenersi dalle funzioni fino alla conclusione del procedimento, per evitare «ulteriori tensioni nell’amministrazione comunale»; correnti di minoranza hanno invece invocato le dimissioni immediate. Il prefetto di Napoli, al momento, non ha preso provvedimenti formali, in attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria.
L’inchiesta sugli appalti a Sorrento rappresenta un crocevia delicato per l’intera comunità costiera: da un lato, l’auspicio di fare piena luce su possibili episodi di corruzione, dall’altro la necessità di garantire stabilità amministrativa e continuità dei servizi pubblici. Pertanto, la decisione del Gip potrebbe segnare una svolta nell’indagine e, al tempo stesso, dare una prima indicazione sull’orientamento dei giudici nei confronti dei due principali indagati. – 23 maggio 2025