Le regole per contenere l’overtourism ci sono già. Il problema è che non le si fa rispettare. Forse troppo alto il rischio di alienarsi i favori di quegli “imprenditori del turismo” che rappresentano oggi un prezioso bacino di voti per le amministrazioni locali.
Una proposta di legge per affrontare in modo concreto l’emergenza overtourism e dare risposte efficaci alle comunità locali la nuova iniziativa legislativa in questi giorni all’esame del Parlamento, promossa da Sorrento insieme alle altre città del G20 Spiagge, il network che rappresenta le principali località balneari italiane. “Dopo tante attese, questo momento è finalmente arrivato”, dichiara Luigi Di Prisco, presidente del Consiglio comunale di Sorrento e recentemente nominato vice coordinatore nazionale del G20 Spiagge. Di Prisco ha partecipato all’incontro di Alghero dove è stata rilanciata l’urgenza della legge.
Una proposta che avrebbe come obiettivo ambizioso quello di fronteggiare l’emergenza overtourism e “restituire dignità” alle comunità locali soffocate dal turismo di massa. Tuttavia, a ben guardare, più che una svolta normativa, questa iniziativa sembra l’ennesimo fumo negli occhi per placare una cittadinanza esasperata, senza realmente intaccare i meccanismi che hanno trasformato tante perle del nostro litorale in caotici luna park
È sufficiente una stagione estiva per constatare quanto la vita nei centri turistici sia diventata insostenibile per i residenti: strade congestionate, traffico,caos, servizi al collasso, alloggi introvabili e prezzi alle stelle. A Sorrento, per citare un esempio emblematico, i tre milioni di presenze turistiche annue si abbattono su una popolazione stabile che non arriva a 17 mila abitanti. Ma è davvero una nuova legge ciò di cui c’è bisogno? O piuttosto servirebbe finalmente applicare – e far rispettare – le norme già esistenti?
La verità, scomoda ma lampante, è che le regole per contenere l’overtourism ci sono già. Il problema è che non le si fa rispettare. Troppo alto il rischio di alienarsi i favori di quegli “imprenditori del turismo” – o presunti tali – che con le loro strutture extralberghiere spuntate come funghi rappresentano oggi un prezioso bacino di voti per le amministrazioni locali. Basta guardare i numeri: tra il 2022 e il 2024, le strutture ricettive tra la penisola sorrentina e Positano sono balzate da 2.400 a 4.200. E l’effetto collaterale? Giovani coppie e residenti espulsi dal mercato immobiliare, città svuotate della loro anima, trasformate in cartoline senz’anima per turisti mordi-e-fuggi. Forse proprio sull’extralberghiero servirebbe una forte mobilitazione degli enti locali affinche il comparto sia regolamentizzato da una legge nazionale.
Intanto si continua a parlare di “emergenza” per giustificare l’inazione, quando invece l’overtourism è ormai una normalità costruita e incentivata scientemente. Non ci vuole una nuova legge per impedire la speculazione edilizia incontrollata del territorio, l’occupazione selvaggia del suolo pubblico e demaniale, o per multare chi affitta illegalmente. Servirebbe semmai il coraggio di controllare, sanzionare, intervenire. Ma evidentemente, quel coraggio manca. E i proclami, come quello di destinare la tassa di soggiorno ai servizi per i residenti, rischiano di essere solo maquillage: parole in libertà buone per qualche titolo di giornale, meno per migliorare concretamente la vita nelle città invase.
Certo,come evidenzia anche Di Prisco, nella proposta ci sono spunti condivisibili: l’idea di flessibilità nei bilanci comunali, la revisione del vincolo di destinazione dei fondi, una pianificazione urbanistica più attenta. Ma se a queste novità non seguiranno volontà politica e azione concreta, finiranno per restare lettera morta. Esattamente come è già successo con decine di altre iniziative annunciate in pompa magna e poi finite nel dimenticatoio.
Alla fine, il dubbio resta: siamo davanti a un reale tentativo di affrontare il problema o all’ennesima mossa strategica per salvare la faccia e mantenere lo status quo? Finché non si spezzerà il patto tacito tra politica locale e rendita turistica, tra consenso e caos, nessuna legge potrà fermare il declino delle nostre località costiere, che continuano a sacrificare la vivibilità sull’altare del profitto facile. – 21 maggio 2025