A denunciare il nuovo episodio sono gli stessi cittadini della zona, esasperati da anni di segnalazioni rimaste lettera morta. I lavori proseguono ininterrotti nonostante le ripetute segnalazioni e l’intervento richiesto a più autorità
Massa Lubrense – La Penisola Sorrentina, terra di bellezze paesaggistiche uniche al mondo, continua a subire ferite profonde e, purtroppo, spesso irreversibili. L’ultima denuncia arriva da Marina del Cantone, località incastonata tra le scogliere più suggestive del litorale campano, dove ancora una volta si assiste a lavori di dubbia legittimità lungo il demanio marittimo. Un nuovo sfregio in nome di un turismo sempre più aggressivo e meno rispettoso dell’equilibrio ambientale. Sui social circolano post e fotografie che testimoniano il continuo assalto al territorio. In molti denunciano quello che sembra ormai un consolidato scaricabarile tra le istituzioni: ognuna rimanda all’altra la responsabilità degli interventi, mentre l’ambiente viene stravolto nell’indifferenza generale. A denunciare il nuovo episodio sono gli stessi cittadini della zona, esasperati da anni di segnalazioni rimaste lettera morta. I lavori – segnalano – proseguono ininterrotti nonostante le ripetute segnalazioni e l’intervento richiesto a più autorità: Comando dei Carabinieri di Sorrento, stazione locale di Massa Lubrense, e Polizia municipale. Nessuno, a quanto pare, ha finora assunto con decisione il compito di fermare quello che a tutti gli effetti sembra essere l’ennesimo abuso ai danni del demanio marittimo.
Purtroppo, Marina del Cantone.non è un caso isolato. Da tempo la Penisola Sorrentina è teatro di interventi che, sotto la spinta della speculazione, modificano il paesaggio e sottraggono alla collettività porzioni di costa che dovrebbero rimanere pubbliche e protette. Questo nonostante la presenza di vincoli ben precisi: secondo gli esperti del settore, l’area è soggetta alla Legge Regionale n. 35/87 Art.17 – Zona territoriale 1-a. Una normativa chiara che impone l’inedificabilità assoluta, il divieto di sbancamenti e trasformazioni del suolo, la tutela della vegetazione spontanea e il rispetto del paesaggio.
Eppure, tutto questo sembra non bastare. Non solo le autorità tacciono, ma anche alcune associazioni ambientaliste che un tempo si battevano con forza per la salvaguardia della zona sembrano essersi eclissate, come fanno notare amaramente i residenti. – Il risultato? Una litoranea sempre più compromessa, violata da mani che agiscono con arroganza, forti del silenzio delle istituzioni. Un silenzio che sa di complicità.
In questo Paese, dove le leggi a tutela del territorio esistono ma vengono spesso ignorate, resta il senso di impotenza di chi assiste al saccheggio quotidiano del bene comune. E la sensazione amara che, ancora una volta, si sia lasciato campo libero agli speculatori, mentre le istituzioni sembrano dare sempre più la sensazione di voltarsi dall’altra parte. – 17 maggio 2025