Dopo il nuovo sciame sismico di ieri, il ministro per la Protezione civile annuncia: “Proporrò la delibera al Consiglio dei Ministri, ma prima serve l’intesa con la Regione Campania”
Dopo l’ennesima sequenza sismica nei Campi Flegrei, culminata il 13 maggio con una scossa di magnitudo 4.4, il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha annunciato l’intenzione di proporre la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale. “Il perdurare dello sciame sismico – ha spiegato – suggerisce l’adozione di misure straordinarie per accelerare le procedure già previste contro il rischio sismico e bradisismico nella zona”. – Il ministro ha chiarito che prima di portare la proposta all’esame del Consiglio dei Ministri sarà necessaria l’intesa con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
L’analisi dell’Ingv: “Il magma non sta risalendo”
Nel corso di una conferenza stampa all’Osservatorio Vesuviano, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha illustrato i dati raccolti. “Abbiamo registrato 35 scosse, tra cui tre di magnitudo superiore a 3 – ha spiegato Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani – ma non ci sono segnali di risalita magmatica. Gli eventi sono dovuti alla fratturazione delle rocce”.
Il direttore dell’Osservatorio, Mauro Di Vito, ha aggiunto che durante le scosse più intense si sono verificati piccoli crolli nell’area della Solfatara e del Gauro, segno della fragilità del territorio. “Il sollevamento del suolo prosegue a un ritmo di circa 15 mm al mese e continuerà a generare terremoti”, ha avvertito.
Rischi sotto osservazione, ma niente allarmismi
Il monitoraggio, ha spiegato l’Ingv, è continuo e viene effettuato da 37 stazioni attive nella caldera flegrea. “Registriamo aumenti di temperatura e pressione nel sistema idrotermale, ma il magma resta stabile in profondità”, ha sottolineato Bianco. “L’area è in evoluzione, ma non ci sono segnali di eruzione imminente”.
E se da un lato si esclude, al momento, la risalita magmatica, dall’altro gli esperti ribadiscono l’importanza della preparazione: “Viviamo su un vulcano attivo. Dobbiamo essere pronti ad affrontare i rischi, senza trasformarli in tragedie”, ha concluso Di Vito. – 14 maggio 2025