Ancora proclami e nessuna trasparenza: il reparto di cardiologia in agonia diventa pretesto per iniziative opache e, forse, interessi mascherati.
Sorrento – Dopo anni di silenzi, inadempienze e promesse disattese, ecco spuntare sulle pagine di un settimanale locale — ben noto per il suo allineamento all’amministrazione — l’annuncio di una presunta iniziativa “salvifica” da parte del Comune e della Fondazione Sorrento a favore dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia. In particolare, l’attenzione sembrerebbe puntata sul reparto di cardiologia, l’ennesimo servizio sanitario in sofferenza e sull’orlo del collasso per carenza di personale.
Stando a quanto riportato, l’idea sarebbe quella di offrire supporto logistico, attraverso strutture ricettive a tariffe calmierate, al personale medico proveniente da fuori territorio, nel tentativo di impedirne la fuga e scongiurare così la chiusura definitiva del reparto. Un gesto che, a prima vista, potrebbe persino apparire lodevole. Ma è davvero tutto oro quel che luccica?
La realtà racconta altro: da decenni l’Ospedale di Sorrento versa in condizioni critiche. Le denunce, le manifestazioni e i convegni promossi da associazioni e cittadini esasperati si sono susseguiti senza sosta. Eppure, l’Amministrazione comunale (con incassi notevoli della tassa di soggiorno ed altre sostanziose entrate) nonchè gli enti a essa collegati sono rimasti immobili. Perché proprio ora questa “improvvisa” attenzione? È difficile non vedere in questa mossa l’ennesimo tentativo di propaganda, l’ennesima passerella fatta di annunci vaghi e titoli ad effetto.
Sull’argomento una serie di domande legittime, poste dai cittadini sui social, che potremmo in breve riassumere: Quali strutture ricettive ospiteranno i medici? Con quali criteri saranno scelte? Quanto durerà questa iniziativa? Qual sarà l’eventuale costo complessivo per la collettività? Infine: perché la gestione dei fondi passa attraverso la Fondazione Sorrento e non tramite un bando pubblico del Comune?
Non è un dettaglio da poco. La Fondazione Sorrento, ente partecipato dal Comune, può infatti procedere per assegnazioni dirette, eludendo i controlli più rigidi di una gara pubblica. Una scorciatoia amministrativa che solleva più di un sospetto, soprattutto in un territorio in cui troppo spesso il pubblico si intreccia pericolosamente con interessi privati.
Al momento, il tanto decantato articolo pubblicato dal “giornale di corte”, non approfondisce determinati aspetti dell’iniziativa ma bensì, come stile ormai collaudato, oltre al titolo ad effetto, si limita a celebrare l’amministratore delegato della Fondazione, senza fornire alcun dato concreto, alcuna informazione utile ai cittadini. Nulla che chiarisca il progetto nei dettagli. Nulla che garantisca trasparenza. – E allora il dubbio diventa legittimo: non sarà che, come evidenzia una parte della cittadinaza più attenta a certe situazioni, sotto la bandiera dell’emergenza sanitaria, si stia in realtà tentando di “aiutare” un comparto turistico in difficoltà, garantendo occupazione a strutture ricettive rimaste vuote? Il tutto, ovviamente, a spese dei cittadini e sotto il velo pietoso dell’”interesse pubblico”.
In attesa di concrete smentite, bisognerebbe che anche l’altra parte di una cittadinanza, ormai dedita soltanto a tifare, si renda conto che la salute è un diritto, non un pretesto per operazioni opache. E chi oggi gestisce la cosa pubblica, dovrebbe preoccuparsi di salvare l’ospedale con atti concreti e trasparenti, non con slogan confezionati per una certa stampa. In questi giorni che in pompa magna e con enorme dispendio di risorse Lo si festeggia, di sicuro San’Antonino, patrono e simbolo della città, avrebbe avuto ben altro rispetto per la sofferenza di una parte della sua gente. – 12 maggio 2025