Napoli e provincia, lavoro nero e contraffazione interventi della Guardia di Finanza

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Un’operazione della Guardia di Finanza fa luce su un’emergenza sommersa che continua a proliferare sotto gli occhi di tutti: tra merce contraffatta, lavoro nero e abusi nei servizi turistici, la legalità resta un miraggio in molte zone della provincia di Napoli.

Napoli e la sua provincia si confermano ancora una volta un terreno fertile per fenomeni di illegalità diffusa, che vanno dalla contraffazione al lavoro irregolare. Dal 25 aprile al 1° maggio, la Guardia di Finanza ha messo in campo oltre 340 militari, concentrando le attività di controllo nelle aree di maggiore afflusso turistico e di movida. Il bilancio? Oltre 500 persone segnalate alle autorità competenti.

Merce contraffatta e prodotti pericolosi

Nel cuore di Napoli – da via Toledo ai quartieri popolari di San Giovanni, Barra, Pendino e Mercato – le Fiamme Gialle hanno sequestrato più di 270.000 articoli contraffatti o non sicuri. Si tratta di un mercato parallelo che spazia dai gadget della squadra di calcio SSC Napoli a vestiti, cosmetici, giocattoli e persino articoli per la casa, spesso realizzati senza alcuna garanzia di sicurezza per i consumatori. Un business illegale che danneggia l’economia legale, mina la salute pubblica e alimenta circuiti criminali.

Lavoro nero, turisti raggirati e abusi nei servizi

L’altro fronte caldo è quello del lavoro sommerso. In sei giorni sono stati scoperti 101 lavoratori in nero o irregolari e 30 datori di lavoro sono stati segnalati all’Ispettorato del Lavoro. Le irregolarità sono emerse soprattutto in attività stagionali come hotel, ristoranti e stabilimenti balneari, in zone a forte vocazione turistica come la penisola sorrentina, l’area flegrea e il nolano.

Preoccupanti anche i dati sul trasporto pubblico non conforme: ad Ercolano e Ischia, 13 tassisti sono stati sanzionati per non aver esposto il tariffario obbligatorio, pratica che facilita truffe ai danni dei turisti – spesso stranieri – ignari dei reali costi del servizio.

Capri, guide turistiche abusive senza titoli

Nemmeno l’isola di Capri è rimasta fuori dal giro dell’irregolarità: 4 soggetti sono stati colti nell’esercizio abusivo dell’attività di guida turistica, senza abilitazione e partita IVA. Anche in questo caso, le multe sono salate (fino a 12.000 euro), ma il fenomeno continua a riproporsi con inquietante regolarità.

Il fenomeno è tutt’altro che isolato

Ciò che emerge da questo report operativo non è un semplice bollettino di sequestri e sanzioni, ma un campanello d’allarme che suona da tempo. La contraffazione, il lavoro nero e l’abusivismo commerciale non sono episodi isolati ma sintomi di un sistema radicato, che prospera sulla mancanza di controlli sistematici, sull’economia sommersa e sulla disperazione di chi cerca di “arrangiarsi” pur di sopravvivere.

La Guardia di Finanza continua a fare il suo lavoro, ma la vera sfida resta culturale e strutturale: senza un serio investimento in educazione alla legalità, sostegno all’imprenditoria sana e un piano per l’emersione del lavoro regolare, questo tipo di operazioni rischia di restare una goccia nel mare. – 09 maggio 2025

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