Stalking, un fenomeno in crescita anche in Penisola Sorrentina, ancora solitudine per le vittime e silenzio delle Istituzioni. Necessario rafforzare gli sportelli territoriali di ascolto, le tutele legali e maggiore formazione delle forze dell’ordine.
Vico Equense (NA) – Una rosa rossa sul parabrezza. Un dono sullo zerbino. Un saluto gentile sul pianerottolo. Sembrano piccoli gesti, all’apparenza innocui. Ma possono diventare l’inizio di un incubo.
È successo a Vico Equense, dove un uomo di 44 anni è stato arrestato con l’accusa di stalking. Aveva trasformato la sua vicina di casa in un’ossessione. Sul comodino, accanto al letto, una foto incorniciata della donna. In casa, immagini scaricate dai social. Messaggi sempre più insistenti, lettere d’amore infilate sotto la porta, appostamenti continui, pedinamenti. Giorno dopo giorno, quella che era partita come una corte educata si è tramutata in persecuzione.
Lei, la vittima, ha provato a ignorare, poi a respingere con fermezza. Ma niente ha fermato l’uomo, nemmeno i rifiuti espliciti. Solo dopo settimane di paura e tensione crescente, ha trovato il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri. Ed è solo grazie a un appostamento mirato dei militari che si è potuti intervenire, cogliendo l’uomo sul fatto. Quando la donna esce, lui la segue a ruota. Fino a che per l’uomo scattano le manette con l’accusa di atti persecutori.
Questa vicenda, come tante altre, accende ancora una volta i riflettori su una realtà purtroppo sempre più diffusa: la violenza psicologica e il controllo continuo camuffati da “innamoramento”, spesso sottovalutati da chi dovrebbe prevenire e intervenire.
Lo stalking un fenomeno in crescita – Lo stalking non è più solo un caso di cronaca nera: è un fenomeno sociale strutturato. Secondo i dati Istat, quasi 2 milioni di donne in Italia hanno subito atti persecutori almeno una volta nella vita. Segnalazioni, denunce ed eventi tragici stanno a dimostrare come da qualche tempo il fenomeno abbia prso piede anche in Penisola sorrentina. Nella stragrande maggioranza dei casi, il persecutore è una persona conosciuta, spesso un ex partner o un vicino di casa. – Ma il vero dramma è la risposta delle istituzioni. Ancora oggi, molte vittime restano sole. I segnali d’allarme vengono spesso minimizzati o archiviati come “gesti romantici fraintesi”. Le denunce faticano ad avere un seguito concreto, fino a che la situazione non esplode, talvolta tragicamente. – In molte storie simili – e ne emergono ogni giorno – si riscontra un inquietante ritardo nell’intervento: le misure cautelari arrivano tardi, quando la vittima è già stata esposta a settimane o mesi di terrore. In questo caso, fortunatamente, le forze dell’ordine sono riuscite ad agire prima che fosse troppo tardi. Ma quante donne, pur segnalando, restano esposte a minacce, pedinamenti, aggressioni?
Servono strumenti più rapidi, ma anche una nuova cultura della prevenzione. Lo stalking non è un eccesso di amore, ma una forma di violenza. E ogni silenzio istituzionale, ogni procedura burocratica lenta, rischia di essere una complicità indiretta.Non bastano le campagne di sensibilizzazione una volta l’anno. È necessario rafforzare gli sportelli territoriali di ascolto, le tutele legali, la formazione delle forze dell’ordine. Occorre insegnare fin da piccoli che il “no” è una parola completa, e va rispettata. – La vicenda di Vico Equense non è un’eccezione. È un ennesimo allarme, uno dei tanti che continuano a suonare nel vuoto. E ogni volta che lo ignoriamo, perdiamo un’altra occasione per salvare una vita. – 04 maggio 2025