Sul delicato momento che la città sta vivendo, l’intervento del presidente dell’Ascom di Castellammare di Stabia.
Castellammare di Stabia – Il disastro che ha colpito la funivia del Monte Faito, avvenuto quasi due settimane fa, ha scosso profondamente lacittà e l’intero territorio. La tragedia, che ha causato la morte di tre turisti e dell’operatore della cabinovia, nonché il grave ferimento di un altro turista, ma ha anche messo in evidenza le criticità strutturali e gestionali che da tempo gravano sul collegamento tra la città e la sua montagna simbolo.
“La funivia del Monte Faito, non è solo un mezzo di trasporto: è un’emblema di un legame intimo e profondo tra Castellammare e il suo paesaggio, tra il mare e la montagna, tra il quotidiano e la bellezza naturale. Un legame che negli anni ha alimentato turismo, economia e cultura, diventando un tratto distintivo dell’identità locale. La sua interruzione, seppur necessaria per le indagini e per garantire la sicurezza, ha rappresentato una ferita che non solo colpisce il cuore del turismo locale, ma anche un pezzo dell’anima della città” – Con tali dichiarazioni,Johnny De Meo, presidente dell’Ascom di Castellammare di Stabia, a nome dei commercianti, ha evidenziato il danno non solo economico, ma anche affettivo che la città sta subendo. La funivia, ha sottolineato De Meo, è un simbolo che va ben oltre la funzione turistica o logistica. “Il suo silenzio”, ha detto, “è il segno di una vulnerabilità profonda. Ci ricorda quanto fragile sia la nostra quotidianità, e quanto prezioso sia il legame che ci unisce alla nostra montagna”. Una riflessione che mette in luce il dramma della comunità, che si trova a fare i conti con la perdita di un punto di riferimento tanto pratico quanto emotivo.
Ma se da un lato c’è il dolore per la tragedia, dall’altro si fa strada la necessità di ripartire. La richiesta di De Meo, che rappresenta i commercianti locali, è chiara: “il Faito deve tornare a essere accessibile, vivo e fruibile come lo è sempre stato. Non si tratta solo di recuperare una funzione turistica o di restituire lavoro a tante famiglie che dipendono dalla montagna, ma di restituire alla città un pezzo della sua identità, quella identità che è stata messa a dura prova dalla tragedia.”
L’appello alla ricostruzione non è solo materiale ma anche simbolico. “La comunità sta chiedendo alle istituzioni di avviare un confronto serio e costruttivo con le imprese e i cittadini, per garantire la sicurezza delle infrastrutture e per dare continuità ai servizi pubblici locali” – ha dichiarato inoltre De Meo -“Il futuro del Monte Faito dipenderà da un’azione collettiva che non solo affronti le problematiche tecniche, ma che restituisca anche fiducia e speranza alla cittadinanza. La stagione turistica, inevitabilmente compromessa dal disastro, ha subito una battuta d’arresto. Tuttavia, la ferita non è solo economica, ma anche sociale e psicologica. Castellammare di Stabia si trova di fronte a una sfida importante: riuscire a risollevarsi senza dimenticare. Non dimenticare il dolore, le vittime, le cause di questa tragedia. Ma nemmeno dimenticare il valore di una comunità che, pur lacerata, sa ritrovare la sua forza nell’unità e nella speranza di un futuro migliore.”
La speranza rimane che da questa tragedia possa nascere una nuova consapevolezza, un impegno rinnovato per la sicurezza e per la vitalità di un simbolo che, oltre a essere una risorsa economica, è una parte fondamentale dell’anima della città. Il Monte Faito deve tornare a essere un punto di incontro tra la bellezza della natura e la forza di una comunità che, nonostante tutto, è pronta a ricominciare. Il cammino non sarà facile, ma la forza di una città che non dimentica le proprie radici potrebbe essere la chiave per un futuro più sicuro e prospero per Castellammare di Stabia e per il Monte Faito. – 30 aprile 2025